• “Sovico 1859-2004. Lo sviluppo contemporaneo” (Sovico, 2004)



    Nel febbraio del 2003 l’amministrazione comunale di Sovico, comune industriale di grande tradizione della Valle Lambro a nord di Monza, incarica Vincenzo Sala di approfondire le vicende politiche e sociali locali dell’età unitaria per dare corpo a un volume monografico. Non si tratta tanto di continuare il lavoro già svolto quasi trent’anni prima da monsignor Eugenio Cazzani (1913-1988) sulla storia civica e religiosa del paese, quanto di integrarlo ed ampliarlo con un ulteriore scavo documentario, sfruttando in modo particolare l’inesplorata documentazione dell’archivio storico comunale. La scena locale si presenta infatti assai fitta di rimandi tra la storia economico-produttiva (dominata dalla grande fabbrica di telerie Frette, attiva nel territorio per un secolo esatto dal 1883 al 1983), la storia dell’amministrazione civica e la storia politico-sociale e dunque molto ricca di spunti. Sovico è stata spesso all’avanguardia in campo amministrativo, promuovendo (specialmente tra il 1945 e il 1956, sotto la guida del noto geologo e naturalista Arturo Riva, 1897-1986, grande specialista del Quaternario) interventi pubblici innovativi e di respiro che andavano al di là dell’ordinaria amministrazione. L’autore, posto di fronte a un campo di ricerca di rara densità e ricchezza, cerca di dare vita ad una efficace integrazione tra i tre tipi di fonti principali (archivistiche, bibliografiche e orali) e di organizzare una ricostruzione il più possibile solida, attenta e documentata. Il libro viene chiuso redazionalmente nel marzo 2004, dopo circa un anno di ricerche archivistiche e “sul campo”. La presentazione ufficiale si tiene nella Sala Civica di Sovico la sera del 24 aprile 2004, davanti a circa 150 persone; intervengono per l’occasione il sindaco di Sovico, Adriano Motta, e il noto storico Alfredo Canavero, docente di Storia contemporanea all’Università Statale di Milano e studioso di Alcide De Gasperi, di Filippo Meda e dei principali esponenti del movimento cattolico italiano. Una curiosità riguarda il remoto legame personale di Sala con il territorio: proprio da questo paese a ovest del Lambro era emigrato attorno al 1765 un suo avo paterno, Carlo Giuseppe Casati (1733-1815), per portarsi dapprima a Grezzago e quindi a Vaprio, dove era morto ottuagenario. Era il trisavolo di Vincenzo Sala senior (1897-1976), sindaco di Vaprio d’Adda dal 1951 al 1956 e nonno paterno dell’autore.